Comunicato Michele Di Gioia

Comunicato stampa

 

Questa storia ha dell’incredibile…un papà separato di Torino ha il diritto di visita due giorni ogni due settimane al figlio che risiede a Pescara, sancito da un decreto del giugice che dispone che il servizio sociale gestisca l’incontro in spazio ludico alla presenza di un operatore. Naturalmente al servizio sociale non può importare nulla delle necessità di un padre che abita a 700 chilometri di distanza e non ha una base d’appoggio in luogo, ne tantomeno gli può importare del lavoro di quest’uomo decidendo che le visite saranno effettuate il lunedì ed il mercoledì. In questo modo il papà bisettimanalmente per tre giorni almeno non potrà lavorare, non solo, dovrà soggiornare in un luogo dove come abbiamo già detto non ha appoggi di nessun genere, tanto che terminati i soldi e quasi perso il lavoro è stato costretto a dormire in stazione.  Già tutto assurdo di per sè, ma non finisce qui, siamo andati ben oltre…. il premiatissimo servizio sociale di Pescara, decide di sottoporre il papà ad un percorso psicologico per valutare la genitorialità dell’uomo, ma non a Torino dove gli psicologi immaginiamo possano svolgere lo stesso lavoro… naturalmente a Pescara! Due incontri settimanali, naturalmente in giorni diversi da quelli delle visite e per la durata di quattro settimane. Abbiamo quindi saputo che questo padre da circa 20 giorni è ospite fisso della Caritas dove dorme e mangia non avendo i soldi (ne più il lavoro) che gli possano consentire di tornare almeno saltuariamente a Torino presso la propria abitazione. Ci siamo subito attivati facendo intervenire il sen. Fabrizio Vacca, che appena saputo del problema ha immediatamente procurato una stanza presso un Bed & Breakfast per i prossimi giorni e si spera fino alla fine di questo indispensabile percorso. Consideriamo veramente vergognoso il comportamento del citato servizio sociale che non ha minimamente, pur essendo a conoscenza delle condizioni economiche di questo padre, cercato di venire incontro alle necessità primarie di questo pensando solo a compiere il proprio operato.  Vorremmo anche comprendere perchè non è stato delegato il comune di Torino a compiere una banale indagine psicologica normalmente espletabile anche in sede diversa da quella di Pescara, e costretto un uomo a vivere alla Caritas per un mese senza aver predisposto alcun supporto. La nostra associazione si sente in dovere di chiedere spiegazioni all’assessore alle politiche sociali del comune di Pescara affinchè al più presto sia presentata una indagine volta a comprendere quali siano state le motivazioni di questo  inumano gesto che  lede il diritto e la dignità di un uomo che vuole solo incontrare il proprio amato figlio. Associazione Pronto Soccorso Famiglie onlus.

 

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