Voglio restare a casa

Associazione Pronto Soccorso Famiglie o.n.l.u.s.

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25/11/2012 San Giovanni Lupatoto (Vr)

Non è la prima volta che con l’idea della protezione e la tutela dei soggetti deboli, siano questi a pagare per gli errori degli altri. Non è la prima volta che chi ha sbagliato paga, ma chi ha subito il torto paga una pena maggiore, e questo forse è uno di quei casi. Maria loredana, 15 anni ha subito, subito ed ancora subito; una persona a lei vicina le ha fatto del male, il tribunale le ha fatto del male allontanandola dalla madre, l’unica persona che mai le avrebbe torto un capello perché l’ama come solo una madre può fare, e la reclude in una struttura perchè l’istituzione decide che è la cosa migliore per lei. Nella struttura che la protegge decidono che deve assumere lo xanax perché soffre di ansia e panico per la paura dell’abbandono, ed ecco il surrogato dell’affetto, un sedativo prescritto per 8 giorni ma somministrato per 180 . Ecco come da vittima si diventa vittima, non più dell’uomo nero, ma dell’istituzione vestita di nero, dagli assistenti sorridenti e dal santone in camice bianco. Maria Loredana ha detto basta, ha deciso oggi dopo due anni di riprendersi la vita che le è stata rubata, vuole scrollarsi di dosso un peso che da due anni la opprime, l’istituzionalizzazione.

Non solo, emerge prepotentemente una piccola pecca del nostro perfetto apparato giudiziario, e scopriamo che può succedere che chi per proteggere denuncia il cattivo, si ritrovi ad essere accusato di essere stato cattivo al pari del primo, anzi di più, perché “come ha potuto non accorgersi di quanto accadeva?”. Perciò non solo complice, ma aguzzino al pari del cattivo, con l’aggravante della non tutela. Non è paradossale, è la realtà. Il cattivo è in prigione, mamma Daniela pur essendo libera vive con l’infamante accusa di aver commesso ciò che più abbietto non può essere. Oggi, dopo due anni è ancora in attesa di essere giudicata, ma tira avanti con tutte le proprie forze cercando di non pensare al macigno che incombe sulla sua testa, e non ha mai smesso in questo tempo di lottare, di amare e difendere ciò che ha di più caro, tant’è che dopo aver visto subire per un’anno la violenza perpetrata con la benedizione di coloro che lavorano per la tutela del minore, riesce a far allontanare Maria Loredana da quel maledetto luogo dove aveva la facoltà di vederla per 1 ora a settimana, ottenendo la reclusione (pardon, il collocamento) della ragazzina in una casa famiglia. Dallo scorso marzo, mamma Daniela ricomincia a vedere Maria Loredana a cui viene finalmente concesso il rientro a casa nel fine settimana. Ancora 8 mesi di libertà vigilata, fino ad oggi….

“Voglio rimanere a casa e vivere come tutti gli altri”, queste sono le parole di una ragazza ora a pochi mesi dalla maggiore età, urla con rabbia. Rabbia dovuta all’impotenza per non essersi potuta esprimere, rabbia per non poter avere avuto una adolescenza normale anche se segnata dal crimine subito da chi aveva il dovere di darle amore e null’altro. Rabbia per aver passato parte della propria vita a fare da cavia alla reverenda psichiatria, ottenebrata da farmaci che le hanno rubato la giovinezza e la spensieratezza a cui aveva diritto. Queste sono le parole con cui affronta il tribunale ed il servizio sociale decidendo da lunedì di tornare alla propria vita, trepidante e timorosa della mano pesante di chi ancora vorrebbe negargli la libertà di vivere insieme alla madre ed ai 2 fratelli che nonostante una madre abusante non hanno avuto la fortuna di essere stati aiutati dalle istituzioni.

L’avvocato Francesco Miraglia legale d fiducia della famiglia, nonché presidente del comitato scientifico della scrivente associazione, con il supporto dell’associazione tutta, da lunedì supporterà questa giovane nella sua ferma decisione di scrollarsi di dosso un passato da dimenticare, presentando istanza urgente al tribunale per il rientro in famiglia secondo le volontà di Maria Loredana. Saremmo felici di vedere fatto finalmente il “supremo interesse del minore”, Maria Loredana se lo merita.

A.S.

                                                                                                                                        Pronto Soccorso Famiglia o.n.l.u.s.

                                                                                                                                        Il presidente Antonella Algia Flati

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Commenti: 5
  • #1

    angela putaggio (lunedì, 11 febbraio 2013 15:03)

    noi genitori essendo dalla parte della ragione subiamo queste ingiustizie dalle istituzioni ...da uno stato che nn ci ascolta, le definisco persone oscure che cosi facendo ci troviamo un mondo pieno di oscurità ....e noi povere vittime nn potremmo far vedere la luce ....la pura verità.

  • #2

    lida (martedì, 07 maggio 2013 19:28)

    QUESTO SE CHIAMA TRATTA E VENDITA DI BAMBINI!! QUESTO LO FANNO GLI ASSISTENTI SOCIALI ,CON GLI AIUTO DI PSICOLOGI, PSCHIATRI, GIUDICI !! TUTTI CHE STANNO DIETRO DI QUESTO ABUSO !! è SOLO PER I SOLDI!! PER RIEMPIRSE LA TASCA DI SOLDI!!! SE NE FREGANO DEI BAMBINI!! SE NE FREGANO DELLE MAMME!!! SE NE FREGANO DI TUTTO E DI TUTTI!!! SOLO VOGLIONO SOLDI!!!
    IL GIORNO CHE LO STATO CHIUDA IL RUBINETTO DI SOLDI PER AIUTARE AI BAMBINI( CHE IN REALTA NON LO FANNO) AIUTANO SE STESSI!! QUESTO FINIRA!!! PERCHE ANCHE LA LEGGE PROTEGGE AI SERVIZIO SOCIALE, PERCHE LORO NON HANNO L'OBBLIGO DI RENDERE CONTO DEI SOLDI CHE CHIEDONO!!!

  • #3

    cristina (giovedì, 30 maggio 2013 15:44)

    Sono una mamma caduta in mani ass sociali....temo per mia figlia che ha 12 anni che me la portino via....

  • #4

    antino (giovedì, 30 maggio 2013 23:03)

    ciao Cristina, i nostri numeri li trovi sui "contatti". Fatti viva, la tua causa come tutte ci sta a cuore.

  • #5

    Ester (sabato, 01 giugno 2013 22:24)

    Ciao Antonella ,leggo ora su f la tua storia. La mia non è uguale alla tua ma anche i miei figli hanno rischiato di finire in istituto dopo che ho deciso di andare via da un compagno violento e non equilibrato,ma pieno di soldi,che non si sa da dove provengano,visto che dice che non ne ha! Una serie infinita di reclami,da parte sua, e io solo a parare i colpi.le assistenti sociali che fanno:"e ma c'è conflitto,non fa bene ai ragazzi." Intanto quest'uomo mi perseguita e fisicamente psicologicamente agendo sul maschio più piccolo riempiendolo di cose costase e di minacce.e lo stato cosa fa? Denunciate..associazioni..ma va!!! Nessuno fa nulla.spero proprio di rendere liberi i miei figli,e sereni,visto che ogni giorno c'è qualcosa che ci può capitare.SOLA!